Vattene via poesia
la notte mentre cerco di dormire,
la sera in attesa di qualcosa da capire,
e tu vuoi ridirmi il mondo
ed i passi già percorsi
tutti i volti già visti
e le memorie smarrite per la strada.
Vattene via poesia
mentre l’attesa del futuro diventa insopportabile
e l’emozione, ansiosa, non sa che esplodere in versi
e in firmamenti, e troppe idee da deglutire
in una notte sola.
Vattene via poesia
da un corpo troppo debole per contenerti tutta
mentre che immensa spadroneggi i miei pensieri
e mi rendi povera d’ogni altro istinto.
Tu mi rubi l’anima
mi paralizzi, schiava, ai tuoi precetti…
Come se si potesse esistere
avvolti in dei concetti, tra le tue rime
esauste, vomitate fuori per stanchezza
Dall’alba alla vecchiezza tu hai partecipato
in vene amiche il tuo dono
ed oggi, anch’io, in te mi perdo
esausta
estatica
ed errante.