“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà, se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte, fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
(Italo Calvino, Le città invisibili)
Questa citazione di Calvino mi ha fatto molto riflettere…
Una volta ho incontrato una persona che mi ha detto che avrebbe preferito andare all’inferno piuttosto che in paradiso… perché lì era certo sarebbe stata in buona compagnia…
Nell’inferno quotidiano in cui talvolta siamo costretti a vivere… in questo meccanismo di vita frenetico e assurdo… c’è chi preferisce conformarsi alla massa scegliendo di vivere l’inferno, di appartenergli, di esserne parte viva… e così facendo dopo un pò tutto diventa scontato e normale… non si percepisce più il disagio… l’assurdo… l’ipocrisia…
come si suol dire: “Mal comune mezzo gaudio!”
Ci sono quei pochi che invece non si arrendono alle circostanze… al lifestyle dei più… e si ostinano a ricercare in questo sfondo paesaggistico infernale quel qualcosa che si distingua dal resto… e cercano qualcuno con cui confrontarsi che sia “vero”… saturi dei fantocci che il “mal costume” della società ci propina…
Io sono una di quelli che è alla ricerca del “buono” nascosto anche nei posti più impensati… una di quelle che ancora sogna che ci sia una via per risvegliare le altre menti folli e addormentate…
Credo che non sia tutto buono quello che la società ci offre come pure credo che non esista solo l’inferno…. Spesso camminiamo in bilico come equilibristi tra il bene e il male… tra il “buono” e il “cattivo”…
Il segreto è saper scegliere…. semplicemente… senza conformarsi..