Appuntamento con la vita sopra una panchina in una notte di settembre…
Come una promessa esaudita al dettaglio, tutto concordato…
Avrei finanche potuto immaginare l’odore della sera nella Tua promessa… dieci anni fa.
Io so che Tu mi conosci, e so che Tu sai darmi il dono nell’istante esatto in cui mi è necessario.
Per questo eri lì, su quella panchina, insieme a me… a vedermi sorridere mentre toccavo con mano l’ala della Tua misericordia, giunta fino a me, dal Cielo…
Immeritatamente ho accettato questo Tuo regalo, prezioso oggi come allora… forse anche di più…
Eppure, a volte, i dubbi ancora bussano alla porta del mio cuore elemosinando certezze e prove del Tuo amore…
Ti vedo, anche quando me ne sto zitta e in disparte, all’opera nella mia vita…
come Potenza guaritrice asciugar ogni mia lacrima ed ogni mia ferita…
Le labbra, umide dal pianto, vorrebbero baciare l’orlo della veste Tua… raggiungere il Tuo trono col sussurro del mio canto… bagnarti i piedi di lodi profumate e poi asciugarli coi capelli del mio capo, che Tu tutti hai contati…
E Tu che sai della mia vita il numero dei giorni, ed i fatti del mio cuore non ti sono sconosciuti…
Tu che ti curi dei dettagli e dei contorni, sai cancellare fragili tristezze e dubbi sottaciuti.
Ti invoco questa sera, sottovoce,e come un tempo ascolto la Tua musica celeste… ché l’arpa del Cielo, quando suona, non mi stanca mai…
Su di una panchina le Tue dita han suonato un concerto atteso da tempo, senza badare alle etichette e a nessun regolamento…
Tu sei il Maestro, io sono lo strumento…
Ti offro la mia vita, come uno spartito, Tu scrivi le tue note col Tuo amore
E poi, oggi come un tempo, stupiscimi Signore.
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