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Archive for novembre 2011

Scrosci di vetri rotti

al propagarsi risentito della pioggia

ostinato il male

aveva permeato la sua mente

fino ad annullarla.

Il silenzio.

La sera rincasava portandosi dietro il suo retaggio di malinconia, i piedi oppressi dai passi percorsi, la vista stanca, le braccia troppo pesanti finanche per portare un bicchiere alle labbra e dissetarsi dall’arsura del tempo.

Cadeva la pioggia e lei la guardava scorrere dalla finestra, incapace di trovare risposte ai suoi perché, su ciò che è stato, che sarà e che è.

Amava. Ma d’improvviso tutto diventava opaco ai suoi occhi, come se l’intero universo si gelasse e perdesse tepore. E lei era oramai incapace di riconoscere la realtà. Il freddo le entrava nelle ossa e non l’abbandonava più.

Faceva male certe volte la vita, come la punta di uno spillo che ferisce un dito troppo ingenuo. Aveva, forse per la prima volta in vita sua… perduto anche le parole…

E cosa farsene di una vita senza sillabe, senza opportunità… temendo sempre il gelo feroce, la morsa gelida che attanaglia il cuore?

La risposta venne dal di fuori: la foresta ululava le sue verità di vita spontanea. Le tigri non fermano i loro artigli di fronte a nessuno.

E fu allora che capì, soltanto allora, che forse avrebbe dovuto dissimulare fino a poter raggiungere la meta. Laggiù dove nulla conta più della capacità di vivere e vivere intensamente, a discapito di tutto, nonostante tutto.

Lui gliel’aveva insegnato, col suo troppo amore che non era mai abbastanza. Con le sue scelte perfette e insindacabili che le avevano spaccato il cuore.

Perché il male, il male fa meno male del bene, del bene necessario, del bene insindacabile.

Perché il male, il male che provava le donava gioia, più di qualsiasi felicità desiderata e inespressa.

Il mare è uno ed uno soltanto e la mèta la si raggiunge soli.

Si chinò sopra la bruma e si mise a soffiare.

Dalla sua bocca uscirono canzoni, meravigliose, che nessuno poté comprendere perché troppo alte.

Era già arrivata in cima e sulla vetta, ad attenderla, c’era soltanto la nebbia.

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