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Archive for novembre 2012

Musica e caffè

Abbiam bisogno tutti delle nostre droghe
Ogni tanto
Per non sentire il rumore assordante dei pensieri
Per non sentire il male….
Abbiam bisogno tutti delle nostre droghe
Ogni tanto
Anche se fuori in pieno inverno splende il sole
Anche se nonostante si abbia tutto
Si abbia ancora una ragione per piangere…
E tra musica e caffè oggi nascondo i miei perché
I miei criteri scriteriati del vivere
Dopo aver ascoltato altri e averli -forse- anche saputi consolare
Oggi forse tocca a me piangere e trovare una spiegazione al mio inspiegabile dolore.
Tutto scorre via dal finestrino
Il resto è un attimo a portar via
E dentro mi abiti, per sempre un po’
Malinconia…

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Holocene (English Version)

I wanted to write many things tonight. I wanted to write a review of a song that has in some way changed my life, and try to interpret it, give it some meaning, a personal meaning…

Then I considered that maybe a simple review wouldn’t have given justice to such a poetic and elusive text…

So I decided to write my own impressions, the pictures that this song has generated within me, the feelings, the colours, the landscapes…

Out of sight is the main road… A cliff on the ice, a thousand questions, a thousand thoughts, and then suddenly a certainty:

“… and at once I knew I was not magnificent
Hulled far from the highway aisle
(Jagged vacance, thick with ice)
I could see for miles, miles, miles”

There are moments in which our nothing and our everything coincide, where emptiness and infinity meet, and fears lose all their meaning.

There are moments in which our vision is able to embrace worlds and our limits lose all their importance.

New boundaries and new regions whitin ourselves, a universe thus far unknown breaks through our consciousness.

Naked in the frost, in the ice and alive, meaningless before the Everythingness, and yet, part of it… pausing and looking around us, getting lost and finding ourselves in new lands, in new regions of ourselves.

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Holocene

Avrei voluto scrivere molte cose questa sera. Avevo in mente di recensire una canzone che ha in qualche modo cambiato la mia vita, tentare di interpretarla, di darle un senso, un mio senso…

poi ho considerato che forse una semplice recensione non avrebbe reso giustizia ad un testo così poetico ed inafferrabile…

Così ho pensato di scrivere le mie impressioni, le immagini che questa ha suscitato in me, le sensazioni, i colori, i paesaggi…

Perduta di vista la strada maestra…Un dirupo sul ghiaccio, mille domande, mille pensieri, e all’improvviso una certezza:

“… and at once I knew I was not magnificent
Hulled far from the highway aisle
(Jagged vacance, thick with ice)
I could see for miles, miles, miles”

Ci sono istanti in cui il nostro niente e il nostro tutto coincidono, dove il vuoto e l’infinito si incontrano e le paure perdono il loro significato.

Ci sono attimi in cui la nostra vista è in grado di abbracciare i mondi e i nostri limiti perdono importanza.

Nuovi confini e nuove regioni dentro noi, un universo finora sconosciuto si affaccia alla nostra consapevolezza.

Nudi nel gelo, nel ghiaccio e vivi, insignificanti dinanzi al Tutto, eppure parte di esso… soffermarsi a guardare, perdersi e ritrovarsi in nuove lande, in nuove parti di noi.

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