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Archive for aprile 2008

Questa canzone è un pò la mia storia… un amore folle e un folle amore vissuto in solitudine…

Ella despidiò a su amor
El partiò en un barco en el muelle de San Blas
El jurò que volveria y empapada en llanto
Ella jurò que esperaria
Miles de lunas passaron
Y siempre ella estaba en el muelle esperando
Muchas tardes se anidaron
Se anidaron en su pelo y en sus labios
Llevaba el mismo vestido
Y por si el volviera no se fuera a equivocar
Los cangrejos le mordian
Sus ropajes, su tristeza y su ilusion
Y el tiempo se escurriò
Y sus ojos se le llenaron de amaneceres
Y del mar se enamorò
Y su cuerpo se enraizò en el muelle
Sola,sola, en el olvido
Sola,sola,con su espiritu
Sola,sola,con su amor el mar
Sola, en el muelle de San Blas
Su cabello se blanqueò
Pero ningùn barco a su amor le devolvia
Y en el pueblo le decìan
Le decìan la loca de el Muelle de San Blas
Y una tarde de abril
La intentaron trasladar al manicomio
Nadie la pudo arrancar
Y del mar nunca jamàs la separaron
Sola,sola, en el olvido
Sola,sola,con su espiritu
Sola,sola,con su amor el mar
Sola, en el muelle de San Blas
Sola, sola, en el olvido
Sola,sola, con su espiritu
Sola, sola,con el sol y el mar
Sola,sola,sola en el olvidio
Sola,sola,con su espiritu
Sola, sola con su amor el mar
Sola en el muelle de san Blas

Lei disse addio al suo amore
Lui partì con la nave dal porto di San Blas
Le giurò che sarebbe tornato e lei, in lacrime,
gli giurò che lo avrebbe aspettato
Passaron mille lune
E lei continuava ad aspettare nel molo
E passarono molti pomeriggi
Passarono tra i suoi capelli, tra le sue labbra
Indossava lo stesso vestito
così, se lui fosse tornato, non avrebbe sbagliato..
I granchi mordevano
le sue vesti, la sua tristezza, la sua illusione
E il tempo volò via
E i suoi occhi si riempirono di albe
E s’innamorò del mare
E il suo corpo affondò le sue radici nel molo
Sola,sola nell’oblio
Sola, sola, col suo spirito
Sola, sola, col suo amore, il mare
Sola,nel molo di San Blas
I suoi capelli ondeggiavano
mentre che nessuna nave le restituiva il suo amore
E nel paese la chiamavano
la pazza del molo di San Blas
E un pomeriggio di Aprile
Cercarono di portarla al manicomio
Nessuno riuscì a strapparla di lì
E dal mare nessuno mai la separò
Sola,sola, nell’oblio
Sola, sola, col suo spirito
Sola, sola, col suo amore il mare
Sola,nel molo di San Blas
Sola, sola ,nell’oblio
Sola,sola,col suo spirito
Sola,sola, con il sole e il mare
Sola,sola, nell’oblio
Sola, sola, col suo spirito
Sola,sola,con il suo amore il mare
Sola, nel molo di San Blas

Rubato il mio cuore dal sogno di un amore…
mai avuto, mai vissuto…
un tempo, forse, in parte condiviso…
il mare ci separa.. ed io, tra le sue sponde,ho scelto di annegare
…lasciandomi cullare…
Non più tristezza, mi resta in bocca solo la dolcezza d’ogni istante
percepito, ascoltato e condiviso…
E forse morirò in questa mia pazzia
perché d’amor si nutre questa mia follia
S’infrangono le onde sui miei ricordi più cari che tornano
sempre
profondi ed immensi, come silenzi amari…
E scelgo di star sola, sola nel’oblio…
perché il mio amore esiste, anche se non più mio..
mi tiene in vita il mare
sempre
mi tiene in vita Dio…

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Vi regalo questa canzone di Michele Pecora che amo…

Mare

(per ascoltare la canzone stoppare il songspot in basso sulla destra e cliccare sul link qui su 😉  )

Finche riesci a fingerti più sicura e più indiscreta

modellarci l’anima, come fossimo di creta

quest’estate è logico che ci faccia innamorare

sotto un cielo magico

guarda come muove i fianchi il mare.. mare

Le chitarre suonano, tra le note ed il rumore

quest’amore fermalo, non lasciarlo dondolare

ed un valzer comico io ti insegnerò a ballare

guarda com’è magico, guarda come balla bene il mare.. mare

In fondo sei un pò di sabbia tra le mani

che forse perderò domani, ma non importa più

perché tu sei come la sabbia sotto il sole,

che brucia un pò ma non fa male

sabbia di mare sei…

Finché posso spingermi nei confini del tuo cuore,

dove nasce libera l’abitudine all’amore

e se devo perderti non lasciarmelo capire

respiriamo un attimo, guarda come muove i fianchi il mare… mare

In fondo sei un pò di sabbia tra le mani

che forse perderò domani

ma non importa più perché tu sei

come la sabbia sotto il sole che brucia un pò ma non fa male

sabbia di mare sei

finché posso spingermi nei confini del tuo cuore,

dove nasce libera l’abitudine all’amore…

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Il vento sulla pelle, ancora fresco di primavera, il sole timido che scalda la mia schiena…

I miei capelli muoversi... onde tra le onde…

Mare…

M’è mancato il tuo respiro, la tua voce paterna…

Ora che mi perdo in un tuo abbraccio su questa spiaggia deserta ancora.

Vedo la Circe innamorata, da secoli sta lì, beata addormentata…

Vorrei dormire anch’io per sempre qui tra le tue rive…

Mare…

il tuo richiamo eterno ancora ha varcato le sponde del mio cuore, ora che tra la sabbia odo solo il tuo rumore…

ora che ho perso ogni mia intenzione e dal cuore m’è caduto, fratturato, anche l’amore…

Mare…

tu segni il ritmo della vita mia e tra i tuoi abissi serbi inestimabili tesori…

come l’animo mio stanco..

mentre che silenziosa arranco qui su questa spiaggia e mi distendo al sole dimenticando ogni pensiero..

Tu abiti il mio mondo, Dio, e Tu, come un veliero avanzi nella rotta d’ogni circostanza in questa vita mia.

La tua dolcezza unica la sola mia alchimia.

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Al lume di luna questa mia poesia

dove si scioglie lenta ogni malinconia…

mentre che aspetto,

ed in silenzio guardo dentro quel cassetto

di vita mia, dove nascondo il cuore

parole parole parole…

vola lontano amore, lontano dal mio cuore…

Io sono me anche senza il tuo dolore,

ora mi fai soltanto compassione

per quel tuo vuoto e sciapo mondo di cartone.

Vola lontano amore, lontano dal mio cuore…

perché tu non sei più il mio mondo,

non sei più il mio “signore”…

Ho salutato tutti, uomini, elfi, signori belli e brutti…

Ho salutato amori, amici e situazioni…

perché io son me, me senza condizioni…

Mi specchio  dentro il cielo questa sera

vestita dalle stelle, in questa sera bruna..

io bimba ribelle

io me

io ancora

al lume di luna…

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Ricapitolando…

Come una pagina voltata in un sogno,

m’affaccio dentro una carezza all’alba del mio nuovo giorno.

Sempre

io scelgo di andare… perché oltre mi conduce il mare…

Ho Te, mio Dio, mi basti sempre Tu

e sfumature rosa tra i pensieri, polvere di sogni infranti e

riconciliazioni fatte alla memoria

alla memoria di un giorno qualunque e di ogni altro giorno.

Mi fermo, mi volto, ne osservo ogni contorno

sospesa in una dimensione asfittica

dove il respiro si smarrisce con parole sacre

forse indegnamente pronunciate

l’amore scotta sopra le prigioni della mente

l’anima rotta in convulsioni di ragionamenti

e i pentimenti ed i risentimenti..

Lucciole nella condizione del tempo in cui concedo loro di esistere

E mi regalo mille silenzi, mi vesto della mia invisibile presenza oggi, domani,

fino a quando ne avrò voglia…

e mi prometto di protegger quella soglia, anche quando non vorrei.

La soglia del mio mondo finora una sola volta attraversata

mi scopro fragile Didone abbandonata

in questa mia giornata dolce, amara… d’arance marmellata.

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Eppure tu te ne sei andato,
Ulisse,
lasciando qui sull’Isola un amore di donna inconsolato
un figlio appena divezzato, che scorderà il tuo sguardo
Hai scelto la tua conoscenza, i sogni incandescenti,
le voci di sirena e i nubifragi…
cercando per il mondo la formula segreta della felicità.
Re, scaltro avventuriero, d’ingegno simile a nessuno
credi forse di colorare la tua esistenza col molto tuo sapere?
e di segreti hai piena l’anima e di mille cose mai dette ad alcuno.
E serbi forse dentro te la melanconica immagine di ciò che hai lasciato ad Itaca
e di ciò che lascerai lasciando questa vita.
Qualcuno aspetta il tuo ritorno,
facendo e disfacendo ogni giorno i sogni intessuti in questo tempo
mentre che tu, correvi controvento incontro alle tue sirene
eppure non ti riconoscerà che un cane quando tornerai..
perché ciò che tu sei val più di ciò che sai
Troppe lacrime spese… troppi mari attraversati..
Eppure tu sei un navigante
sai leggere i misteri nel cuore d’un passante.
La vita scorre Ulisse, come l’acqua del tuo mare
e prima o poi tu ti dovrai fermare…
Il meglio del tuo tempo l’hai regalato al mondo
e il mondo ti ha donato l’immane sua sapienza
presto ora chiudi tutto in un cassetto prima che te lo porti via
folle la morte impavida e guerriera
prima che questa sera Penelope dimentichi chi sei
prima che siano vani gli anni tuoi
e giunga il fato a farti prigioniero, mandato dagli dei.

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Just a prayer…

“I asked for strength that I might achieves;

He made me weak that I may obey.

I asked for health that I might do great things;

He give me grace that I might do better things.

I asked for riches that I might be happy;

He gave me poverty that I might be wise.

I asked for power that I might have the praise of others;

He gave me weakness that I might feel a need of God.

I asked for all things that I might enjoy life;

He gave me life that I might enjoy all things.

I receive nothing I had asked for;

He gave me all that I had hoped for.”

Ho chiesto forza da poter impegare

Mi ha reso debole affinché io potessi obbedire

Ho domandato la salute per poter fare grandi cose

Egli mi ha dato grazia per fare meglio le cose

Ho chiesto ricchezze per poter essere felice

Mi ha dato povertà per diventare saggio

Ho chiesto potere per poter rcevere la lode degli altri

ma ho ricevuto debolezza affinché potessi avvertire il bisogno di Dio

Ho domandato tutte le cose che potessero farmi godere la vita

Egli m’ha dato vita affinché potessi godere di tutte le cose

Non ho ricevuto nulla di quello che avevo chiesto

eppure

Ho ricevuto tutto quello che ho sempre sperato

Questa preghiera è stata scritta da un soldato americano durante la guerra civile…

Ho chiesto molte cose nella mia vita e al mio Dio… molto spesso ho ricevuto dei “no” o degli “aspetta”

A distanza di tempo ho visto come anche queste apparenti “non risposte” fossero state importanti per me, per la mia vita…

Io aspetto il mare“, ho scritto un giorno… Ci sono situazioni “irrisolvibili” e sentimenti incancellabili, ci sono lunghi momenti passati a cercare spiegazioni…

Ma pure tutto concorre ad arricchire la nostra vita…. come pietre su di una corona… e vedo completarsi il quadro della mia esistenza… piano piano… un passo alla volta..

“Un passo alla volta, Dio ci mostra sempre solo il prossimo passo”

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“Io serbo più ricordi che se avessi

mille anni. Un mobile a cassetti per

custodire panni, e pieno zeppo invece

di conti, ciocche, versi, quietanze,

bigliettini e aggeggi diversi, cela meno

segreti del mio triste cervello.

E come una piramide, un gigantesco

avello che contiene più morti d’un

tenebroso ossario. Io sono un cimitero

oscuro e solitario, senza un raggio

di luna, ove rimorsi amari i vermi

si accaniscono sui miei morti più

cari. Sono un salotto pieno di rose

estenuate, ove pastelli e qualche

Boucher un pò sbiadito respirano

nell’aria un

profumo

svanito. Nulla eguaglia in

lentezza le accidiose giornate, quando

sotto il fioccare delle nevose annate,

la noia, triste frutto dell’inerte

indolenza, sembra allungarsi

come un’immortal parvenza.

Ormai tu non sei più, o materia

pulsante! che un masso circonfuso

da un silenzio inquietante, insabbiato

nel fondo di un Sahara brumoso;

vecchia Sfinge ignorata dal mondo

turbinoso, obliata sulle carte, e il

cui selvaggio umore canta sol se

la sfiori il sole, quando muore”


Nel mobile dei ricordi ho scorto il mio dolore nascosto… nei suoi cassetti ho rivisto le scene della vita mia… Dimenticate le mie lacrime dagli altri pure continuano ad esistere nell’animo mio… come una cicatrice… e l’aria sà di rose essiccate e di carezze mai date… irrespirabile quasi l’atmosfera.. inquina ogni altro odore…

Mai avrei pensato di poter guardare con disprezzo e diffidenza il tuo sguardo di sempre..

Eppure faccio i conti con le ferite che mi sono fatta ascoltando da lontano la tua voce… non voglio più sentire… ti rido in faccia, isterica, e forse dentro ancora piango ma non sono più capace di ammetterlo…

Ne è passato di tempo.. e il tuo ieri ancora abbrutisce il mio presente con quell’ansia che m’hai saputo regalare.. con quelle belle bolle di sapone del tuo esserci e svanire nello stesso istante…

Rimprovero me stessa per averti lasciato accomodare nel salotto del mio cuore e per averti lasciato intravedere la mappa per giungere nell’intimo dell’animo mio…

Cos’ hai tu più di tutti loro?

Solo il mio cuore… solo una musica incantatrice che mi ha fatto prigioniera….

Ma ti vedo ora, diverso, da lontano… mi vedo mentre inciampo nell’ossessione di non poter nulla controllare…questa la tua eredità.. ed ora non esisto come non esiste quest’Isola in nessun angolo del mondo e su nessuna carta geografica, come forse neppure esisti tu…

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Tu che ne sai…

T’hanno portato via le circostanze…

strappatomi da dentro brutalmente, come un aborto…

…Eppure un segno m’hai lasciato, intimo, una traccia di te a cui costantemente s’appella il cuore mio per richiamarti in vita...

Mi sento vuota, inabitata, sento il tuo cuore battermi dentro come quando abitavi il mio tempo…

E che ne sai tu… tu che ne sai… di quante volte ancora io mi son ferita… come una lama il tuo pensiero fende la mia mente e ne ritaglia lacrime e parole… nessuna spiegazione…

E che ne sai tu… tu che ne sai…

tu, che alle volte sei alieno del tuo mondo perturbante… poi torni ad essere la maschera felice dei tuoi sogni di cartone... e non sei mai te stesso, tu scaltro recitante…

E che ne sai tu… tu che ne sai… del mio esserti fedele mentre tu, crudele, assassini ogni speranza di poterti un giorno ritrovare, un attimo soltanto…

Ti rivorrei… ti rivorrei dentro di me per non più lasciarti andare, per non doverti vomitare dalla vita mia ogni giorno…

e che ne sai tu…tu che ne sai… di quest’Isola sperduta in mezzo al mare che t’ho voluto intitolare…

Tu…

tu sei la desinenza ad ogni mio pensiero e tu, come un guerriero, ti difendi dal mio amore… con scudo e armi e colpi di cannone…

ma che ne sai tu…

che m’hai colpito al cuore…

tu che ne sai…

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