Stazione… identica… quella di sempre…
un tuffo nel passato, io a quindici anni alle prove di teatro…
… io al conservatorio, con un flauto in mano.
Io su di un treno per Roma con mio padre,
io ragazzina a passeggio, la mano stretta nella mano di mia madre.
Io all’ora di ricreazione , a scherzar con mia sorella…
… io seduta in un balcone ad osservare il mondo dall’ottavo piano d’un palazzo bianco…
…io con i miei cugini…
Io a sciver lettere a Ramona, sepolte ora con lei…
…io dinanzi al sorriso addormentato di mio zio.
Io innamorata, delusa, felice, impacciata…
Io creativa, triste, coraggiosa, esplicativa..
Io frenetica e poi lenta… io vivace tra la gente e riflessiva sola.
Parole scarabocchiate su di un foglio pratico, ché non mi serve l’eleganza per dipingere i pensieri…
Ad ogni tono del mio cuore faccio istanza… converto i miei pensieri in lettere che sopravviveranno agli anni miei, mentre che il cuore inventa una nuova danza.
Noemi… Noemi…
tu scrivi per diletto o, forse, per dispetto di quelle sottili, prepotenti ed intruse emozioni che vengon spesso a visitarti…
Tu questo sei… sei aria… aria che si sparge intorno…
inodore ai più…
… e insapore.
Ma nella tua inconsistenza pure esisti e sei essenziale…